I posti del "Mito" Il Sahara
Uno dei posti più affascinanti del mondo è il deserto del Sahara, nel corso di alcuni anni ne ho potuto vedere diverse parti
Eccole elencate con accanto un numero su cui sulla cartina potete vedere la posizione.
Lo Chott El Gharsa (Tunisia) 1
Il Grande Erg Orientale 1
Il deserto dell'Acacus (Libia) 2
Il Deserto Nero (Egitto) 3
Il Deserto Bianco (Egitto) 3
Il deserto della Nubia (Egitto) 4
L'Oasi di Siwa (Egitto) 5
Il Tassili N'Ajjer (Algeria) 6
Il deserto del Sahara - Il Grande Erg Orientale (Tunisia)
Un primo assaggio nel sud della Tunisia vicino alla città di Nefta, ai bordi del cosiddetto Grande Erg Orientale (ERG in arabo è il deserto di sabbia).
La Foto a destra è di Enrica Quaglia- cliccare per ingrandirle
Il deserto del Sahara - Lo Chott El Gharsa (Tunisia)
Il CHOTT in arabo invece è il deserto di sale, il Chott El Gharsa nel sud-ovest della Tunisia

Verso Sud il lago salato si trasforma in un deserto sabbioso con le dune che si spostano col vento, famoso,
perchè qui sono stati girati molti film famosi, ad esempio "Il paziente inglese", o "Guerre stellari", di cui si conservano ancora i set
utilizzati come luoghi di ristoro o di vendita di souvenir.

Il deserto del Sahara - Il deserto della Nubia (Egitto)
Nell' Egitto meridionale al confine con il Sudan il Sahara viene chiamato deserto Nubiano o della Nubia, è un tipico deserto pietroso.
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Il deserto del Sahara - Il Deserto Nero (Egitto)
Nella parte settentrionale dell'Egitto, vicino all'oasi di Bahariya si trova il deserto detto Deserto Nero, una zona
il cui paesaggio è dominato da numerosi coni vulcanici, e dalla presenza di numerosi contrafforti nati dall'effusione
di lave risalenti a 65 milioni di anni fa, deserto sia sabbioso che pietroso, si contraddistigue per la presenza di rocce
nerissime in mezzo alla sabbia gialla.

Foto mie e di Enrica Quaglia - Cliccare per ingrandire
Il deserto del Sahara - Il Deserto Bianco (Egitto)
Sempre nella parte settentrionale dell'Egitto, lasciando il deserto Deserto Nero, ed avvicinandosi all'oasi di Farafra
si entra nel Deserto Bianco, qui formazioni di calcare bianchissimo emergono dalla sabbia, in lastroni tanto bianchi da sembrare
addirittura neve, oppure in strutture fantastiche che possono sembrare scultura, funghi, animali, sfere e semisfere, sempre
di un colore bianche accecante, ancora più vistoso sotto la luce del sole in un'aria estremamente tersa.



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Il deserto del Sahara - Il deserto dell'Acacus (Libia)
Nel sud della Libia nella zona conosciuta come Fezzan il deserto prende il nome di Acacus, confinante con il Tassili N'Ajer
dell'Algeria, è uno dei più belli del mondo, alterna dune a zone rocciose, di una bellezza che lascia zenza fiato,
come dimostrano le foto qui sotto.









Qui è frequente vedere dipinti o graffiti preistorici risalenti a quando il Sahara era un savana popolata di animali,
come giraffe ed elefanti. Anche per questo la zona è entrata con diritto nel patrimonio dell'umanità dell' UNESCO




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Il deserto del Sahara - L'Oasi di Siwa (Egitto)
Scendendo dal Mediterraneo verso l'interno del Sahara, prima di arrivare all'oasi di Siwa si incontrano delle notevoli distese di dune.

L'oasi è una cittadina nel mezzo del deserto circondata da palmeti rigogliosi, resi possibili dalla grande disponibilità di acqua
qui si trovano delle importanti vestigia archeologiche sia del periodo egizio, particolarmente il tempio dove si dice Alessandro il Grande
abbia ricevuto l'investitura a figlio del Sole, e la città "disciolta", del periodo medievale, così chiamata in quanto essendo di mattoni di fango
le pur rare pioggie ne henno discilto le mura.

Foto mie e di Enrica Quaglia - Cliccare per ingrandire
Il deserto del Sahara - Il Tassili N'Ajjer (Algeria)


La mappa appare per cortesia di Daniel Feher http://www.freeworldmaps.net/
The map is a curtesy of Daniel Feher http://www.freeworldmaps.net/
Il Tassili n’Ajjer è un vasto altopiano roccioso situato nel sud-est dell’Algeria, nel cuore del deserto del Sahara.
È celebre per i suoi paesaggi spettacolari, le formazioni di arenaria scolpite dall’erosione e,
soprattutto, per l’enorme patrimonio di arte rupestre preistorica, che lo rende uno dei siti archeologici più importanti del mondo.
Dal 1982 è riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Caratteristiche principali del Tassili n’Ajjer:
Geologia: si tratta di un altopiano composto principalmente da arenarie risalenti al Paleozoico, modellate da millenni di vento e sabbia
; il paesaggio è ricco di “foreste di pietra”, canyon e archi naturali.
Arte rupestre: il sito conserva circa 15.000 incisioni e pitture databili tra il 10.000 a.C. e il 1.000 a.C., testimonianza dei cambiamenti ambiental
i e culturali della regione (dall’era verde del Sahara alle prime comunità pastorali).
Ambiente: nonostante sia oggi desertico, l’area ospita forme di vita adattate al clima.
La città oasi di Djanet è la principale porta di accesso al Tassili n’Ajjer.
Situata ai margini dell’altopiano, nella parte sud-orientale del massiccio, Djanet funge da base logistica per escursioni, trekking e spedizioni archeologiche.
È un centro abitato da popolazioni tuareg, che mantengono ancora tradizioni culturali e artigianali tipiche del Sahara centrale.
Da Djanet partono i percorsi per siti celebri come Jabbaren, Sefar e le “cattedrali di roccia” del Tassili.
Foto mie e di Enrica Quaglia - Cliccare per ingrandire









Il Tassili n'Ajjer, un imponente altopiano di arenaria nel sud-est del Sahara algerino, è un vero scrigno di arte preistorica, con oltre 15.000 pitture e
incisioni rupestri catalogate, disseminate su circa 500 chilometri di rocce e canyon. Dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO,
questo "libro murale" a cielo aperto testimonia l'evoluzione climatica e umana del Sahara, da savana lussureggiante a deserto arido, attraverso raffigurazioni che spaziano dal Neolitico
(circa 10.000 anni fa) fino al primo millennio a.C. Scoperte e studiate soprattutto grazie alle spedizioni dell'archeologo francese Henri Lhote
negli anni '50, queste opere – realizzate con pigmenti naturali come ocra, carbone e manganese – catturano scene di vita quotidiana, rituali e fauna estinta,
offrendo uno sguardo intimo sul mondo degli antichi popoli sahariani. Le pitture più antiche, del periodo "bubalico" (circa 10.000-6.000 a.C.),
dominano con incisioni e graffiti di grandi animali africani che un tempo popolavano la regione fertile: elefanti maestosi con zanne curve,
giraffe eleganti che si abbeverano in fiumi oggi prosciugati, rinoceronti tozzi e bufali giganti noti come Bubalus Antiquus,
dalle corna lunghissime che li costringevano a brucare all'indietro. Queste figure, spesso incise con precisione su pareti rocciose,
evocano un paesaggio di savana rigogliosa, con ippopotami e leoni in agguato, e riflettono la vita dei cacciatori-raccoglitori che
dipingevano per celebrare o invocare la preda. Con il periodo "bovidico" (5000-4000 a.C.), le opere evolvono verso una maggiore
vivacità cromatica e narrazione sociale. Le pitture, applicate con pennelli di peli animali o dita, raffigurano mandrie di bovini
domestici, pastori armati di bastoni e lance che guidano il bestiame attraverso valli verdi, e scene di mungitura o danze rituali
intorno a fuochi accesi. Tra queste incisioni spicca quella iconica della "mucca che piange",
un graffito neolitico di circa 7.000-8.000 anni fa situato nel sito di Tighargharet (o Oued Djerat),
vicino a Djanet: una bovina dal profilo delicato, con una lacrima stilizzata che sgorga dall'occhio,
simbolo toccante della transizione verso l'aridità e della nostalgia per un'era di abbondanza idrica.
Questa figura, incisa con linee sottili su una roccia levigata dal vento, non è solo un capolavoro di espressività animale,
ma un emblema del cambiamento climatico che trasformò il Sahara in deserto.



Nel deserto sono presenti spesso tombe preistoriche, di notevoli dimensioni con anche una camera sepolcrale raggiungibile con un tunnel.

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