Un'occhiata al quartiere del Campasso

Qui a Sampierdarena c’è una zona che fu chiamata Campasso; vasto rettangolo di terra che dalle pendici del colle di Belvedere, arrivava al torrente Polcevera.
Dopo il 1850 fu 'tagliata' perpendicolarmente dalla ferrovia e da via Fillak, il rione si è così trovato relegato nello stretto spazio attuale,
un po' "tagliato fuori" dal traffico da e per Rivarolo. Attualmente rimane racchiuso nello spazio determinato da un sottopasso ferroviario a sud, e da una
strettoia lunga 2-300 metri a nord la quale sbocca nel rione della Pietra; ed ha tutto, come si conviene ad un paese autonomo, una parrocchia con campettino
sportivo, alcune fabbriche, un circolo sociale (Avellini), asilo e scuole elementari (in costruzione), le case popolari, i suoi personaggi tipici
(la Nora, celebrata qui sul Gazzettino; il Franco 'della farmacia'...). Dopo anni difficili: anticamente – e fino agli anni 90 - prima a causa di periodici
allagamenti e dei tir che dovevano raggiungere dei depositi passando in spazi angusti e generando intoppi non da poco; poi la presenza (forse più percepita
che reale) di “gioventù bruciata” a seguito della chiusura della vicina salita Millelire, ed infine a causa della cospicua presenza di
immigrati, che per quanto il genovese sia persona aperta, con le abitudini “rumorose” di altri paesi e gli sfaccendati, proprio non ci si trova; adesso il
rione ha raggiunto una fase di relativa pace: gli abitanti sono tranquilli, l’integrazione con gli stranieri, come è auspicabile, si è concretizzata.
I servizi appaiono sufficienti; non emergono lagnanze o lacerazioni profonde. Certo i marciapiedi sarebbero da riparare, il numero dei posteggi è limitato
(ma dove non lo è ?); qualche servizio in più non guasterebbe, in primis un ufficio postale per esempio essendo il più vicino in san Gaetano;
c’è da sistemare intelligentemente l’area dell’ex mercato, ed il Circolo sembra patire come quasi tutte le organizzazione volontaristiche, la scarsità di nuove leve.
Non manca qualche novità: si auspica che studino di far passare per il Campasso una linea di ferrovia metropolitana che servirebbe SanPdA e si
allaccerebbe a Brin; mentre sui media si legge di un progetto che addirittura vedrebbe trasformato lo snodo esistente in un terminale della rete ferroviaria
ad alta velocità, collegato al cosiddetto terzo valico; forse quest’ultimo potrebbe generare qualche perplessità nella popolazione, ma se ben eseguito
porterebbe il rione ad essere un punto centrale per San pier d’arena e Genova tutta.

Fabio Lottero



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